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REGOLAMENTO VISITE GUIDATE E VIAGGI D'ISTRUZIONE
Approvato dal Consiglio d'Istituto in data 11/12/2014, delibera n. 11 e in data 22/1/2015, delibera n. 25.

Paragrafo n. 1 Visite guidate e viaggi d'istruzione
Secondo la normativa vigente le visite guidate e i viaggi d'istruzione si configurano come esperienze di apprendimento, di socializzazione e di crescita della personalità dei discenti.
Ciascun Consiglio di Classe elabora scelte di itinerari coerenti con il percorso didattico - formativo o inerente a una determinata disciplina o di carattere pluridisciplinare.
Il docente promotore presenta la proposta della visita guidata o del viaggio d'istruzione al Consiglio di Classe convocato per la progettazione didattica, di consuetudine nella prima parte di ottobre. Ad ogni modo la deliberazione dei viaggi d'istruzione e dei viaggi all'estero (cfr. paragrafo 2) deve avvenire entro e non oltre il 31 dicembre di ogni anno scolastico.
Ai sensi della Circ. min. 14 ottobre 1992, n. 291, paragrafo 7.2, è fatto divieto di effettuare visite e viaggi di ogni tipo nell'ultimo mese delle lezioni, durante il quale l'attività didattica è, in modo più accentuato, indirizzata al completamento delle programmazioni in vista del termine delle lezioni, delle valutazioni conclusive e degli esami di stato.
Acquisito il parere favorevole del Consiglio di Classe, il coordinatore di classe provvede a comunicare agli alunni gli elementi essenziali della visita o del viaggio e le relative finalità.
L'effettuazione della visita guidata entro l'orario mattutino è subordinata alla partecipazione di tutta la classe, mentre per le visite guidate e i viaggi d'istruzione delle singole classi è obbligatoria l'adesione dei due terzi dei componenti della classe, salvo deroghe richieste in forma analiticamente documentata e motivata e sottoposte all'autorizzazione del Dirigente Scolastico.

Paragrafo n. 2 Viaggi d'Istituto
I viaggi d'istruzione organizzati a livello d'istituto, essendo parte integrante del POF, sono deliberati dal Collegio dei Docenti, con precisa indicazione delle finalità, delle mete, dei tempi di realizzazione e delle modalità organizzative, compreso l'elenco dei docenti accompagnatori. Esclusivamente per tale tipologia di viaggi è prevista deroga al vincolo numerico dei due terzi dei partecipanti per ciascuna classe.
Assumono un'intrinseca valenza formativa anche i viaggi finalizzati ad esperienze differenziate di vita, come, ad esempio, gli scambi culturali e i soggiorni all'estero, e ad attività sportive, iniziative che sono di rilevante importanza anche sotto il profilo dell'educazione alla salute. Vi rientrano sia le specialità sportive tipicizzate sia le attività genericamente intese come “sport alternativi”, quali le escursioni, i campeggi, le “settimane bianche”, i campi scuola, e la partecipazione a manifestazioni sportive. Tali
viaggi hanno come scopo preminente, oltre alla socializzazione, l'acquisizione di cognizioni culturali integrative a quelle normalmente acquisite in classe e di competenze definibili alla luce del concetto di “life skills”. La partecipazione ai viaggi studio all'estero e i viaggi connessi ad attività sportive, agonistiche e non, non è soggetta a vincoli numerici.


Paragrafo n. 3 Regole comportamentali
Durante le uscite didattiche e i viaggi d'istruzione è fondamentale il rispetto dei regolamenti, con particolare riferimento al Regolamento d'Istituto e al Regolamento di disciplina, che estendono la loro validità anche all'esterno dell'istituzione scolastica, e documentati motivi personali e/o famigliari. Pertanto i Consigli di classe, fin dalla proposta del viaggio, sono tenuti a individuare i docenti sostituti. Per gruppi costituti da studentesse e da studenti è raccomandabile che tra gli accompagnatori vi siano docenti di
entrambi i sessi.
Per le uscite didattiche e i viaggi d'istruzione è necessario un accompagnatore ogni quindici (15) studenti; per i viaggi d'istituto, i viaggi all'estero o inerenti le attività sportive un accompagnatore ogni dieci (10) studenti.
I viaggi d'istruzione avranno la seguente durata:
classi Prime: solo uscite di un giorno senza pernottamenti;
classe Seconde: viaggi d'istruzione di due giorni, con un pernottamento;
classi Terze, Quarte e Quinte: viaggi d'istruzione fino a cinque giorni con quattro pernottamenti.
Non è consentito effettuare Visite guidate e Viaggi di ogni tipo nell’ultimo mese intero di lezione dell’anno scolastico, ovvero nel mese di maggio.
Per ogni altro aspetto si rimanda, oltre che alla normativa vigente, al Regolamento d'Istituto, al Regolamento di disciplina, al Regolamento d'istituto per l'acquisizione in economia di lavori, servizi e forniture e al Patto di corresponsabilità educativa.

 

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Il regolamento d'istituto è l'attuazione dello Statuto in ogni scuola: dichiara le modalità, gli spazi i tempi di azione degli studenti, stabilisce le regole che garantiscono il rispetto dei diritti e dei doveri da parte di tutte le componenti scolastiche e prevede eventuali sanzioni.

Risulta evidente lo stretto legame tra regolamento d'istituto e piano dell'offerta formativa del quale il regolamento costituisce norma e garanzia di attuazione.

 

REGOLAMENTO D’ISTITUTO

ART. 1 – L’INGRESSO A SCUOLA DEGLI STUDENTI

L’orario scolastico viene fissato all’inizio dell’anno dagli organi competenti. In ottemperanza alle norme contrattuali, gli insegnanti sono tenuti ad essere in aula, per assistere all’entrata degli studenti, cinque minuti prima dell’inizio delle lezioni, rientrando nella loro responsabilità la vigilanza sull’incolumità degli studenti da quel momento fino al termine dell’attività didattica. Gli studenti hanno accesso all’istituto soltanto cinque minuti prima del suono della prima campana, dato che in orario precedente non potrà essere garantita la sorveglianza. Deroghe potranno essere tenute in considerazione soltanto nei mesi invernali, in presenza di condizioni meteorologiche proibitive, previo accordo con le famiglie (Patto di Corresponsabilità).

ART. 2 – AMMISSIONE DEGLI STUDENTI IN CLASSE

Le lezioni hanno inizio al suono della seconda campana.

Gli studenti che giungano occasionalmente in ritardo rispetto all’orario di ingresso, saranno ammessi, dai docenti presenti in aula per due ritardi consecutivi, mentre la 3° entrata posticipata (poi la 6°, la 9°, ecc.) dovrà essere autorizzata dalla dirigenza (DS, vicario e collaboratori della dirigenza). Nel caso di ritardi superiori ai dieci minuti, lo studente viene ammesso alle lezioni soltanto alla seconda ora, dal docente della seconda ora, seguendo comunque la procedura succitata.

Tutti i ritardi devono essere giustificati, o la giornata stessa o il giorno successivo. Sulla base del Patto di Corresponsabilità che si concorderà con le famiglie, verranno stabilite le misure preventive e disciplinari nel caso ritardi ed assenze non vengano tempestivamente giustificate. Non saranno autorizzate entrate posticipate oltre la 3° ora di lezione.

ART. 3 – LE ASSENZE, LE GIUSTIFICAZIONI E LE COMUNICAZIONI ALLE FAMIGLIE

Tutte le assenze degli studenti minorenni vanno giustificate dai genitori; quelle degli studenti maggiorenni possono essere giustificate da loro stessi.

Nel patto di corresponsabilità verranno concordate le modalità che regoleranno il rapporto con le famiglie degli studenti maggiorenni.

La giustificazione deve essere presentata all’insegnante all’inizio della prima ora di lezione del giorno in cui lo studente torna a scuola. L’insegnante ha l’obbligo di annotare sul registro di classe l’avvenuta presentazione della giustificazione. Nel caso di assenze che si protraggano oltre cinque giorni, se sono dovute a malattia, l’insegnante riammette a scuola lo studente solo previa presentazione del certificato medico; se l’assenza prolungata è dovuta a motivazioni familiari di varia natura, il Dirigente riammette a scuola lo studente solo dopo un diretto colloquio con i genitori, i quali sono tenuti a rilasciare una dichiarazione scritta in cui attestano sotto la loro responsabilità che l’assenza è dipesa da cause diverse dalla malattia.

ART. 4 – ASSENZE COLLETTIVE DEGLI STUDENTI

Per le assenze collettive, in occasione di manifestazioni pubbliche o di scioperi indetti dalle organizzazioni studentesche, non essendo di per se giustificabili, ogni studente, all’inizio delle lezioni del giorno successivo, è tenuto ad acquisire sul libretto la dichiarazione del genitore di essere a conoscenza dell’assenza del figlio.

Tutte le assenze collettive, comunque, rientrano fra quelle che vanno comunicate alla famiglia, di cui all’articolo precedente. Il loro verificarsi, riducendo il numero dei giorni di lezione, deve essere tenuto in conto al momento della realizzazione delle attività didattiche straordinarie (es. viaggi d’istruzione ).

ART. 5 – SCIOPERO DEI DOCENTI

In occasione di azioni di sciopero proclamate da alcune o tutte le organizzazioni sindacali del personale docente potranno essere disposte variazioni di orario che prevedano anche l’uscita anticipata dalla scuola.

Tali variazioni saranno, nei limiti del possibile comunicate per tempo alle famiglie.

ART. 6 – USCITA ANTICIPATA DA SCUOLA DEGLI STUDENTI

Gli studenti non possono allontanarsi dai locali della scuola durante le ore di lezione, o dai locali/luoghi dove si svolgono attività ufficialmente promosse o autorizzate dagli organismi di istituto, nell’ambito dei progetti del P.O.F.

Agli studenti maggiorenni solo in casi di riconosciuta necessità sarà concesso di usufruire dell’uscita anticipata dall’istituto. Gli studenti minorenni potranno allontanarsi dalla scuola soltanto se accompagnati da un genitore o da chi su di loro esercita la potestà familiare. In alternativa si richiede una formale e nominativa indicazione di soggetti (maggiorenni) cui “delegare” l’attività di “ritiro” degli alunni da scuola (comprendendo ovviamente anche i genitori di compagni di classe) – nota dell’ Avvocatura di Stato del 06/12/2000 -.

Nel caso uno studente si sentisse male nel periodo della sua permanenza a scuola, si prenderà contatto con la famiglia affinché qualcuno venga a prelevarlo. Qualora fosse impossibile contare sulla venuta tempestiva di un familiare e il caso presentasse i caratteri dell’urgenza, si provvederà a rivolgersi al pronto intervento dell’Ospedale. In assenza dei Docenti nelle ultime due ore gli studenti, previa autorizzazione della famiglia per i minorenni, potranno uscire in orario anticipato dopo la 4° o 5° ora di lezione, nel caso non fosse possibile avvalersi di docenti supplenti. Agli allievi autorizzati all’uscita anticipata, terminate le lezioni, è comunque vietato rimanere all’interno dell’edificio scolastico (aula magna, cortile, aule).

Le richieste di uscita anticipata dovranno essere presentate alla dirigenza (DS, Collaboratore vicario) entro la prima ora di lezione.

ART. 7 – LA VIGILANZA SUGLI STUDENTI – L’INTERVALLO

Durante l’intervallo con relativa sospensione delle lezioni, gli studenti potranno uscire dalle rispettive aule e soffermarsi nei corridoi, nell’aula magna e nel cortile adiacente l’aula magna. Durante l’intervallo, agli studenti invece sarà vietato soffermarsi nei laboratori, di informatica, fisica, chimica. Le uscite degli studenti, durante le lezioni, possono essere concesse dal docente per pochi minuti, e tassativamente ad un solo studente per volta.

Il docente ha l’obbligo di vigilare sugli studenti, nell’aula, nei laboratori, in palestra, durante l’ora di lezione di sua competenza. Nel caso il docente dovesse allontanarsi dall’aula durante la lezione, dovrà chiedere ad un collaboratore scolastico di vigilare momentaneamente sulla classe. Nei restanti ambienti della scuola (corridoi, aula magna, bagni, cortili interni) la vigilanza spetta ai collaboratori scolastici, che saranno supportati, durante l’intervallo, anche dai docenti, cui viene affidata la vigilanza durante l’intervallo, in base ai turni di assistenza predisposti dal dirigente scolastico.

ART. 8 – VIGILANZA PER ATTIVITA’ DIDATTICHE COLLATERALI

Per le attività didattiche svolte in ambiente non scolastico, o in orario extrascolastico (conferenze, uscite didattiche, e.a.) è richiesta la preventiva dichiarazione di presa di conoscenza e di consenso dei genitori. All’insegnante compete la responsabilità di vigilanza durante lo svolgimento di tali attività, e durante eventuali spostamenti. Per tutti gli spostamenti in gruppo/classe, che prevedono la presenza dell’insegnante ai fini della vigilanza, agli studenti, nemmeno ai maggiorenni, è consentito spostarsi individualmente, usando il proprio mezzo di trasporto, che sia la bici o l’automobile.

Per eventuali spostamenti individuali, le modalità e le rispettive responsabilità saranno concordate con gli studenti e le famiglie (patto di corresponsabilità).

ART. 9 – VISITE GUIDATE E VIAGGI DI ISTRUZIONE

Per le visite guidate e i viaggi di istruzione vale quanto disposto dalle norme contenute nelle disposizioni ministeriali.

Tuttavia, per maggior precisione, si stabilisce che:

I Viaggi di istruzione sono attività integrative dei percorsi culturali degli indirizzi di studio. Sono proposti dai Docenti dei C. di C., in funzione della progettazione didattica specifica per la classe.

Gli insegnati promotori presenteranno il progetto culturale, debitamente inserito nel percorso didattico attinente la varie discipline di studio, alle famiglie, ai fini dell’approvazione (per verificare a priori il raggiungimento del numero indispensabile di partecipanti), tenendo conto anche di un preventivo di spesa approssimativo, e pertanto in tale fase non vincolante.

La richiesta, vagliata dalla Commissione Viaggi/Attività integrative che ne constaterà la completezza della documentazione e la validità culturale, sarà inoltrata al dirigente scolastico, che in collaborazione con la segreteria provvederà ad acquisire i preventivi da almeno tre agenzie viaggio. Viaggi d’istruzione all’estero saranno sottoposti all’esame del C.I.

Non è competenza dei docenti coinvolti nel viaggio d’istruzione di contattare direttamente le agenzie viaggio.

Per tutti i dettagli operativi si rimanda al regolamento viaggi d’istruzione, che costituisce parte integrante di questo Regolamento.

ART. 10 – UTILIZZAZIONE DELLE AULE SCOLASTICHE

E’ concesso l’uso pomeridiano dei locali dell’Istituto agli studenti e ai genitori che ne facciano richiesta, per riunioni o incontri promossi dai rappresentanti dei Consigli di Classe o del Consiglio di Istituto, o anche per attività di carattere culturale e sociale, previa richiesta da presentare al Dirigente scolastico. Tale richiesta, ai fini organizzativi, deve essere presentata con un anticipo di almeno una settimana rispetto al giorno per cui si chiedono i locali.

Nel patto di corresponsabilità saranno concordate i dettagli organizzativi e le modalità operative di tali iniziative.

ART. 11 – COLLOQUI DELLE FAMIGLIE CON I DOCENTI

Per i colloqui dei genitori con gli insegnanti, salva ogni diversa organizzazione stabilita dal Collegio dei Docenti, dai Consigli di Classe o dal Comitato dei Genitori, sono convocati due incontri pomeridiani da tenersi uno per ogni quadrimestre: il primo a dicembre, il secondo a marzo.

Ogni docente, inoltre, mette a disposizione delle famiglie un’ora alla settimana, in cui riceverà i genitori, ma soltanto previo appuntamento, con almeno un giorno di anticipo. La dirigenza scolastica è a disposizione delle famiglie tutte le mattine, dalle 9 alle 13, ed anche in orario pomeridiano (15-17), previo appuntamento da richiedere anche telefonicamente, o via e-mail, alla segreteria URP (con almeno un giorno di anticipo). Il dirigente scolastico, se fuori sede, sarà comunque sostituito a tutti gli effetti dal  collaboratore vicario.

I colloqui sono sospesi nelle ultime quattro settimane prima del termine delle lezioni.

ART. 12 – DIVIETO DI INGRESSO DI ESTRANEI A SCUOLA

Gli insegnanti, gli studenti e il personale della scuola possono ricevere estranei nei locali dell’Istituto soltanto previa autorizzazione della dirigenza. Il personale non docente incaricato della sorveglianza delle porte d’ingresso dovrà far rispettare il suddetto divieto. Il personale docente e non docente ha l’obbligo di comunicare immediatamente alla dirigenza eventuali (anche presunte) presenze di estranei non autorizzati e, soprattutto, poco convincenti, chiedendo loro, ove possibile, di identificarsi all’istante.

Agli studenti è severamente vietato aprire, dall’interno, le porte ad esterni non autorizzati. Il mancato rispetto di tale disposizione comporterà, per gli studenti, severe sanzioni disciplinari, che saranno ratificate nel patto di corresponsabilità da concordare con studenti e famiglie.

ART. 13 – CRITERI PER LA FORMAZIONE DELLE CLASSI

Il Consiglio di Istituto procede a indicare i criteri generali per la formazione delle classi, tenendo conto della normativa ministeriale in vigore.

Il Consiglio di Istituto delibera i criteri suindicati tenendo conto delle situazioni determinate dai processi sperimentali in atto e facendo salvi i seguenti principi.

1) evitare ogni possibile forma di discriminazione o di emarginazione socio-culturale dei singoli studenti,

2) rispettare la richiesta dell’indirizzo avanzata dal singolo studente all’atto della domanda di iscrizione;

3) conservare i gruppi di studenti che provengono dallo stesso paese e la richiesta di essere collocati nella medesima classe di quegli amici che siano indicati dallo studente negli appositi modelli di iscrizione, fermo restando che non si debbano creare dislivelli numerici tra classi parallele.

ART. 14 – DIVIETO DI PROPAGANDA POLITICA E PUBBLICITA’ COMMERCIALE

ALL’INTERNO DELLA SCUOLA

E’ fatto divieto a chiunque di affiggere manifesti e distribuire (anche gratuitamente) volantini o giornali in cui si trattino argomenti di dibattito partitico o di propaganda. Ogni stampato od ogni comunicazione che  a parte degli organizzatori o di singole persone si richieda che vengano diffusi fra gli studenti o nei locali della Scuola, deve essere portato in ogni caso in preventiva visione al dirigente e affisso o distribuito solo dietro sua autorizzazione.

A tutte le componenti della scuola (studenti, genitori, personale docente e non docente) non è consentito, inoltre, distribuire all’interno della scuola, campioni di merce o materiale pubblicitario, ai fini commerciali.

ART. 15 – NORME GENERALI

Tutte le componenti della scuola sono tenute al rispetto verso la persona e verso le strutture e gli ambienti scolastici.

E’ severamente vietato fumare negli ambienti scolastici e nelle aree verdi interne, secono quanto stabilito dal D.L. 104/2013, cha esteso il divieto di fumo di cui all'articolo 51 della legge 16 gennaio 2003. n. 3, anche alle aree all'aperto di pertinenza delle istituzioni scolastiche

Non è consentito, inoltre, l’uso del cellulare in classe. Questo non solo per ovviare il più possibile a momenti di disturbo, ma anche per salvaguardare la privacy della classe e dei singoli.

Tutte le disposizioni inerenti il rispetto della persona, dell’ambiente, delle regole concordate collegialmente e con le famiglie e della puntualità nello svolgimento del proprio lavoro valgono per tutte le componenti scolastiche, sulla base anche delle norme contrattuali per il personale docente e non docente, e del patto di corresponsabilità contenente disposizioni specifiche e dettagliate concordate con le famiglie.

Provvedimenti disciplinari:

Uso del cellulare in classe: qualora uno studente fosse sorpreso nell’uso del cellulare durante le ore di lezione, questi riceve una nota disciplinare ed è tenuto a depositare lo strumento sulla cattedra. Nel caso si rifiutasse di farlo riceverà un’ulteriore nota disciplinare. (delibera n. 31 del Consiglio d’Istituto, a.s. 2014/15)

Per gli studenti maggiorenni colti a fumare:

  • Alla prima infrazione, sanzione amministrativa e annotazione disciplinare;
  • Alla seconda infrazione, sanzione amministrativa e annotazione disciplinare;
  • Alla terza infrazione, sanzione amministrativa e procedura di sospensione dello studente.

Per gli studenti minorenni colti a fumare:

  • Alla prima infrazione, annotazione disciplinare;
  • Alla seconda infrazione, annotazione disciplinare;
  • Alla terza infrazione, sanzione amministrativa e procedura di sospensione dello studente.

(delibera n. 31 del Consiglio d’Istituto, a.s. 2014/15)

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Delibera del Collegio dei Docenti n. 10 del 4 ottobre 2022
Delibera del Consiglio d’Istituto n. 7 del 11/01/2023

Il Patto educativo di corresponsabilità è uno strumento  condiviso di definizione dei diritti e dei doveri nel rapporto fra istituzione scolastica, studenti e famiglie. Attraverso di esso, la scuola persegue l’educazione alla consapevolezza e alla responsabilità, funzionale alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni.

 

 

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LINEE DI INDIRIZZO

Partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa

Premessa

La nostra Costituzione assegna alla famiglia e alla scuola la responsabilità di educare e di istruire i giovani. Fin dalla nascita della moderna Repubblica, pertanto, i genitori e gli insegnanti hanno rivestito un ruolo di grande rilevanza nello sviluppo  dei giovani.

Nel tempo, il dettato costituzionale ha avuto varie interpretazioni, a livello normativo e a livello attuativo e le innovazioni introdotte nella scuola hanno fatto progressivamente evolvere l’interpretazione del rapporto scuola/famiglia nella direzione di una relazione via via sempre più interattiva.

Bisogna considerare che l’evolversi di nuove teorie pedagogiche ha accreditato, nel processo di innovazione della scuola, il valore della singolarità dell’individuo, della diversità dei ritmi di apprendimento, dei diritti di tutti gli allievi, di quelli dei soggetti in difficoltà. Di conseguenza, sono stati elaborati nuovi modelli didattico-educativi che hanno permesso alla scuola di reinterpretare le modalità di attuazione del dettato costituzionale in merito al rapporto scuola/famiglia.

Determinante è stato anche il ruolo dei genitori nella vita scolastica, sia negli istituti statali che paritari, che è risultato nel tempo sempre più pregnante, trasformandosi da mera partecipazione agli organi collegiali ad autentica cooperazione alla progettualità e ai processi formativi.

E’ scaturito, quindi, l’obbligo per le istituzioni scolastiche di dare piena esecuzione alle disposizioni normative per introdurre nuove modalità organizzative atte a favorire un maggiore coinvolgimento  dei genitori nella vita scolastica, investendoli della corresponsabilità educativa.

Nel promuovere le innovazioni nelle scuole, non va trascurato il pregresso storico ovvero la comprensione del retroterra culturale della scuola per poter sfruttare al meglio le esperienze realizzate, riflettendo anche sulle eventuali difficoltà. In sintesi, un valore va, sì, postulato ma diventa tale soltanto se illumina l’agire indirizzandolo verso risultati ad esso coerenti.

Infatti, considerata la presenza dei numerosi strumenti didattici e metodologici introdotti, la scuola di oggi deve impegnarsi a sfruttare al meglio le risorse di cui dispone quale per esempio il Bilancio Sociale. Questo strumento, introdotto dalla Direttiva del Ministro della Funzione Pubblica sulla rendicontazione sociale nelle amministrazioni pubbliche del 17 febbraio 2006, rappresenta per le scuole un’opportunità di apertura verso il territorio che consente una comunicazione più incisiva con  gli stakehoder, in particolare con le famiglie.

Nell’attuale fase di promozione e realizzazione della corresponsabilità educativa, va considerato quindi l’iter normativo e le buone pratiche già realizzate nelle scuole, sia statali che paritarie, che hanno preparato il terreno scolastico rendendolo sensibile ad un lavoro sinergico con  le famiglie e con gli studenti e ad un miglior uso delle opportunità e degli strumenti già disponibili nelle scuole.

1. La corresponsabilità educativa: aspetti problematici e valore strategici

Le innovazioni introdotte nella scuola hanno rafforzato sempre più il ruolo propositivo delle famiglie nella formulazione di proposte, nelle scelte di talune attività formative e in altri aspetti che riguardano i percorsi educativi. Oggi possiamo ben affermare che il protagonismo attivo delle famiglie è ormai un dato acquisito, essendo definitivamente riconosciuto dalle politiche scolastiche ed entrato nell’apparato concettuale della cultura delle scuole.

Con il passaggio da una corresponsabilità educativa sancita ad una esercitata all’interno  della scuola, sono realmente privilegiate occasioni di incontro e di lavoro in cui i genitori possano esprimersi e dare il loro contributo, a vari livelli, confrontarsi con i docenti e con il territorio sulle problematiche giovanili, proporre esperienze extracurricolari, ove consentito, far parte di gruppi di lavoro.

Gli insegnanti e i genitori, nonostante la diversità dei ruoli e la separazione dei contesti di azione, condividono sia i destinatari del loro agire, i figli/alunni, sia le finalità dell’agire stesso, ovvero l’educazione e l’istruzione in cui scuola e famiglia operano insieme per un progetto educativo comune.

Il focus della problematicità di questo rapporto cade sul rispetto dei ruoli, delle competenze, dei compiti e delle libertà di ciascuna di queste due figure. Nell’esercizio della corresponsabilità, infatti, ciò che fa accrescere l’efficacia di questo mezzo è lo scambio comunicativo e il lavoro cooperativo. Ma ciò che mantiene vivo tale scambio è quel senso di responsabilità sociale che dovrà determinare le scelte strategiche delle scuole, connotando il loro lavoro come contributo significativo alla costruzione del sociale.

Va sottolineato che, nell’economia dell’attività scolastica, “costruire il sociale” vuol dire assumersi, nei confronti della società, la responsabilità degli effetti delle scelte che si compiono, in termini di valori educativi; parliamo dunque di successo scolastico e sviluppo delle competenze chiave. La responsabilità sociale non si riferisce all’onere delle decisioni, che è una responsabilità istituzionale, bensì al dovere, nei confronti dei cittadini, di rendere trasparente l’esercizio dell’autonomia.

Nel bilancio sociale l’aspetto più rilevante è il processo identificativo della singola istituzione scolastica composta da una individuazione dei processi educativi messi in atto e delle strategie adottate, tali da delineare l’identità della scuola e, in particolare, dei soggetti che hanno cooperato condividendo la responsabilità dei vari progetti realizzati: docenti, genitori, studenti, personale ATA, Associazioni di genitori e gli altri organismi esterni.

Il Bilancio sociale è uno strumento di forte aggregazione tra le varie componenti del mondo della scuola necessario alla gestione del processo scolastico che richiede una ponderata pianificazione iniziale dei suoi contenuti come una sorta di tela narrativa la cui trama e l’ordito vanno gettati all’inizio dell’anno e rappresentano i vincoli entro i quali prenderà corpo il percorso educativo.

La definizione dei vincoli iniziali esige la determinazione di molti parametri, tra i quali i soggetti da coinvolgere e, tra questi, le famiglie, quali interlocutori privilegiati, con i quali aprire un confronto critico su valori, finalità, obiettivi delle scelte educative e quant’altro riguarda la vita  della scuola.

Le famiglie, in forma individuale o collettiva, potranno esercitare il loro ruolo propositivo  ed esprimere le loro istanze, contribuendo significativamente e attivamente alla definizione dell’autonomia didattica e culturale della scuola.

In questa prospettiva metodologica dell’agire scolastico, la progettazione educativa può concretamente definirsi “partecipata” in quanto i soggetti che cooperano alla sua realizzazione sono coinvolti fin dalla fase iniziale, quando si getta la trama e l’ordito su cui tessere le sequenze dell’itinerario scolastico.

Le scuole, pertanto, dovranno sfruttare al meglio strumenti e risorse disponibili in modo da consolidare queste nuove forme di collaborazione con le famiglie e aprire nuove forme di dialogo e di comunicazione basate su uno scambio continuo, interno ed esterno, tali da caratterizzare realmente una comunità educante.

2. Dalla partecipazione dei genitori nella scuola alla corresponsabilità educativa

Gli artt. 30, 33 e 34 della Costituzione sanciscono:

  • “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli…”
  • “…La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole…”
  • “La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita…”

La Costituzione assegna ai genitori e alla scuola il compito di istruire ed educare; risulta pertanto irrinunciabile, per la crescita e lo sviluppo degli alunni, una partnership educativa tra famiglia e scuola fondata sulla condivisione dei valori e su una fattiva collaborazione, nel rispetto reciproco delle competenze.

Il DPR 416/74 ha segnato l’avvio della partecipazione dei genitori e degli studenti nella gestione della scuola “dando ad essa il carattere di una comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica.”

E’ opportuno, quindi, consolidare e diffondere ulteriormente politiche di governance che agevolino il passaggio dalla programmazione pianificata alla progettazione partecipata, dall’informazione alla consultazione, dalle responsabilità istituzionali alle responsabilità condivise.

Questa innovazione del sistema di gestione della scuola fa leva sulla partecipazione attiva di studenti, genitori, docenti e personale ATA chiamati a confrontarsi, sia pure con ruoli differenti, sugli obiettivi strategici dei percorsi formativi, sui problemi e sulle possibili soluzioni, al fine di condividere la responsabilità del ben-essere dei giovani.

La sfida da rilanciare consiste, per un verso, nel favorire la partecipazione dei genitori alla vita scolastica attraverso i comitati, le associazioni, le iniziative locali di formazione, il dialogo nel colloquio individuale e nelle assemblee e, dall’altro, nel sostenere la rappresentanza e incrementare l’attività nei FORAGS (Forum Regionali dei Genitori della Scuola) e nel FONAGS (Forum Nazionale dei Genitori della Scuola).

L’associazionismo dei genitori e degli studenti rappresenta, infatti, un luogo privilegiato di mediazione di interessi, di formazione e preparazione alla partecipazione democratica per il conseguimento del bene complessivo, orizzonte più ampio dell’interesse personale.

In questa prospettiva culturale, è auspicabile la valorizzazione di tutti gli organi collegiali della scuola rappresentativi delle diverse componenti scolastiche, interne ed esterne, così come delineate all’interno del Decreto Legislativo 297/1994, assicurando il sostegno a forme di rappresentanza facoltative, come il comitato dei genitori,  costituito dai rappresentanti di classe e  del consiglio di istituto.

In risposta alle istanze sociali, riguardo alla promozione e alla valorizzazione della partecipazione attiva dei genitori, sono stati istituiti, con DPR 567/96 e successive modifiche e integrazioni, appositi organi di rappresentanza per agevolare la convergenza educativa tra le varie componenti scolastiche:

  • Consulta Provinciale degli studenti
  • Forum Nazionale delle Associazioni Studentesche maggiormente rappresentative
  • Consiglio Nazionale dei Presidenti delle Consulte
  • Forum Nazionale dei Genitori della Scuola (FoNAGS)

Il FoNAGS (D.M. 14/2002), luogo d’incontro tra il Ministero, l’Amministrazione e l’associazionismo (composto dalle Associazioni dei genitori maggiormente rappresentative), è stato costituito al fine di valorizzare la componente dei genitori nelle scuole e di assicurare una sede stabile di consultazione delle famiglie sulle problematiche scolastiche.

Allo scopo di dare piena attuazione alle disposizioni normative per introdurre innovazioni organizzative atte a favorire un reale e concreto coinvolgimento dei genitori nella vita scolastica, investendoli della corresponsabilità educativa, il Forum delle associazioni dei genitori ha le seguenti funzioni:

  • favorire il confronto tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e le realtà associative dei genitori
  • rappresentare le esigenze e le proposte della componente genitori della scuola, alle quali il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca si impegna a dare risposta per iscritto, con adeguata motivazione, nel più breve tempo possibile
  • esprimere pareri sugli atti e sulle iniziative che il Ministro intende sottoporgli
  • essere sede di consultazione delle famiglie sulle problematiche scolastiche e studentesche.

Costituisce, inoltre, luogo di raccordo con i FoRAGS, istituiti, con il DPR 301/05 che svolgono le medesime funzioni a livello regionale.

Oltre ai suddetti organi di rappresentanza delle varie componenti scolastiche, è stato introdotto, con DPR n. 235/ 2007, il Patto di Corresponsabilità Educativa,  uno  strumento normativo finalizzato a definire e a rendere trasparente compiti e doveri attribuibili ad ogni  soggetto della comunità scolastica, in ragione del ruolo che ricopre.

3. Patto di Corresponsabilità Educativa (DPR 24 giugno 1998, n. 249, modificato dal DPR n. 235 del 21 novembre 2007-art. 5-bis)

Il Patto di Corresponsabilità Educativa, sottoscritto dai genitori affidatari e dal Dirigente Scolastico, rafforza il rapporto scuola/famiglia in quanto nasce da una comune assunzione di responsabilità e impegna entrambe le componenti a condividerne i contenuti e a rispettarne gli impegni.

Il Patto, dunque, rappresenta il quadro delle linee guida della gestione della scuola, democraticamente espresse dai protagonisti delle singole istituzione scolastiche, a  livello territoriale.

Al fine di consentire all’istituzione scolastica di realizzare con successo le finalità educative e formative, cui è istituzionalmente preposta, ciascun soggetto è tenuto ad adempiere correttamente ai doveri che l’ordinamento gli attribuisce.

L’osservanza dei doveri compete anche al personale docente, non solo per quanto concerne gli adempimenti normativi, ma anche per quanto dettato dalla deontologia professionale.

La condivisione degli obiettivi, il rispetto dei ruoli, le procedure di decisione e l'assunzione di responsabilità, nonché la qualità delle relazioni docenti/ genitori, docenti/docenti,  docenti/studenti rappresentano fattori di qualità della scuola.

E’ opportuno e auspicabile che il processo di redazione del patto sia esso stesso esperienza  di corresponsabilità tra la scuola e la componente genitori, in tutte le sue espressioni. In tal senso ogni Istituto, nella sua autonomia, individuerà le procedure interne indispensabili a favorire la massima condivisione e collaborazione nella redazione della proposta da sottoporre alla firma dei singoli genitori.

La normativa disciplina l’atto della sottoscrizione (art. 5 bis comma 1) disponendo che debba avvenire, da parte dei genitori e degli studenti, “contestualmente all’iscrizione all’istituzione scolastica”.

Nel favorire rapporti sempre più sinergici tra scuola e famiglia, va tenuta in debita considerazione l’apertura al dialogo con i genitori separati, affidatari e non, e la considerazione del diritto di questi ultimi a essere informati e coinvolti nei processi educativi che interessano i loro figli, come premessa necessaria alla valorizzazione della bigenitorialità.

Particolare rilievo assume in questi tempi l’orientamento personale, curricolare e professionale degli studenti, a partire già dalla Scuola Secondaria di I grado. E’ auspicabile, pertanto, il coinvolgimento dei genitori nell’azione orientativa promossa dalla scuola e dai docenti anche attraverso un confronto diretto e costruttivo in vista della scelta del percorso secondario di II grado  e terziario. È necessario investire, quindi, in azioni continue e mirate di informazione e tutoraggio, specialmente nei periodi di transizione, affinché ai genitori sia data la possibilità di contribuire in modo consapevole all’orientamento dei figli.

4. Statuto delle studentesse e degli studenti: DPR 24 giugno 1998, n. 249, modificato dal DPR 235 del 21 novembre 2007

Lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti è uno strumento operativo atto ad affermare e diffondere la cultura dei diritti e dei doveri tra gli studenti, tra i docenti e il personale ATA, i quali devono predisporre le condizioni per l’esercizio di tali diritti e per la tutela contro eventuali violazioni.

Lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti, approvato con DPR n. 249 del 24 giugno 1998, è stato oggetto di modifiche (DPR n. 235 del 21 novembre 2007) in particolare riguardo a:

-­‐  infrazioni disciplinari;

-­‐  sanzioni applicabili;

-­‐ impugnazione delle sanzioni;

-­‐ sottoscrizione del Patto Educativo di Corresponsabilità.

Le modifiche apportate mirano a rafforzare l’alleanza educativa tra le varie e diverse componenti scolastiche, assegnando loro un ruolo attivo nell’intera gestione delle procedure di applicazione del Regolamento. L’adozione del Regolamento, nonché le eventuali modifiche, richiedono infatti la consultazione degli studenti, nella scuola secondaria superiore e la consultazione dei genitori, nella scuola secondaria di primo grado.

Ciò premesso, alle singole istituzioni scolastiche spetta il compito di:

-­‐ adeguare i regolamenti interni alle indicazioni e ai principi dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti;

-­‐ costituire e rendere operativo l’Organo di Garanzia interno alla scuola, del quale dovrà far parte almeno uno studente, eletto dal comitato studentesco (DPR 567/96 e successive modifiche);

-­‐ consegnare ad ogni studente, all’atto dell’iscrizione, una copia dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti, come disposto dall’art. 6 comma 2 del DPR 24 giugno 1998 n. 249;

-­‐ diffondere una copia del Regolamento d'Istituto a tutta la comunità scolastica, dopo averlo elaborato e condiviso.

5. Organo di Garanzia regionale (art.5 comma 3, DPR 24 giugno 1998, n. 249, modificato dal DPR n. 235 del 21 novembre 2007-art. 5-bis)

La normativa prescrive l’istituzione di un organo di Garanzia regionale, che rappresenta l’ultimo grado di giudizio, con i compiti di controllare la conformità dei Regolamenti allo Statuto e il rispetto delle norme in esso disposte e di dirimere le eventuali controversie.

Tale organo, presieduto dal Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale o da un suo delegato, è composto da:

  • tre docenti
  • un genitore individuato nell’ambito del FoRAGS
  • due soggetti aggiuntivi che nella scuola secondaria di secondo grado, sono studenti designati dal coordinamento regionale delle consulte provinciali degli studenti, mentre nella scuola secondaria di primo grado, sono genitori individuati nell’ambito del FoRAGS
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Lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti rappresenta il testo principale che sostanzia la cittadinanza studentesca e ne legittima il sistema di rappresentanza e partecipazione.

Certezza delle regole, riconoscimento dei diritti, rispetto dei doveri e assunzione di responsabilità sono elementi essenziali per un sistema d'istruzione che ha fra i suoi compiti fondamentali l'educazione alla democrazia e alla cittadinanza.

Lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti è entrato in vigore da giugno 1998.

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